Convegno in onore della ricerca scientifica 2023

Premio Atena Donna Maria Elisabetta Alberti Casellati

Premio Speciale 10 anni Atena Donna Francesca Lo Schiavo

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Rassegna Stampa

Convegno in onore della ricerca scientifica 2022

Premio Atena Donna Antonella Polimeni

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PRESS

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Rassegna Stampa

Convegno in onore della ricerca scientifica 2020/21

Premio Atena Donna Marta Cartabia

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MEDIA

Convegno in onore della ricerca scientifica 2019

Premio Atena Donna Elena Grifoni Winters

Comunicato Stampa invito

Video breve dell’evento

Video completo dell’evento


Convegno in onore della ricerca scientifica 2018

Premio Atena Donna Paola Severino

Comunicato Stampa invito

Foto dell’evento, prima parte

Foto dell’evento, seconda parte

invito

Convegno in onore della ricerca scientifica 2017

Premio Atena Donna Giusy Nicolini

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 Comunicato Stampa

Video integrale del convegno

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PRESS E MEDIA

Convegno in onore della ricerca scientifica 2016

Premio Atena Donna Elisabetta Belloni

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Convegno

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Dream Over: un esperimento al museo tra Arte e Scienza

L’esperimento

Introduzione La notte tra Giovedì 16 giugno e Venerdì 17 giugno 20 persone, 16 donne e 4 uomini, di età compresa tra i 23 e i 58 anni (media 43 anni) hanno dormito nelle sale del museo MAXXI per replicare, con alcune variazioni, un esperimento analogo tenutosi a New York. Lo scopo dell’esperimento era quello di valutare l’effetto della notte al museo sul sonno e sull’attività onirica, nell’ipotesi che il sonno e i sogni potessero essere influenzati in modo specifico dall’esperienza estetica indotta dal museo e dalle opere in esso contenuto. Metodologia dell’esperimento Per studiare l’effetto della notte al museo sono stati somministrati questionari di valutazione soggettiva del sonno e dell’attività onirica già ampiamente utilizzati nella ricerca scientifica. Inoltre al risveglio i partecipanti sono stati intervistati da tre ricercatori che hanno chiesto loro di raccontare come avevano vissuto la notte al museo e di descrivere i loro sogni. Infine a cinque dei venti partecipanti era stato chiesto di indossare per sei giorni consecutivi un actigrafo a partire da tre giorni prima dell’esperimento. L’actigrafo è uno strumento con la forma di un piccolo orologio che si indossa al polso per registrare l’attività motoria dell’individuo e la sua esposizione alla luce. E’ una tecnica largamente diffusa e validata scientificamente per avere una misurazione oggettiva del ritmo sonno veglia per periodi anche di alcuni mesi. Lo scopo dell’uso degli actigrafi era quello di avere una misurazione oggettiva del ritmo sonno-veglia prima, durante e dopo la notte al museo. Le risposte ai questionari compilati i giorni prima della notte al museo sono state confrontate con quelle fornite dopo l’esperimento. Sono stati analizzati i dati della misurazione actigrafica e comparati alle risposte dei questionari. I ricercatori hanno poi raccolto e confrontato i vissuti dei partecipanti e il contenuto dei loro sogni. Risultati I dati raccolti dai questionari e dagli actigrafi hanno documentato che nonostante il confort assicurato dall’organizzazione dell’Atena Onlus la quantità e l’efficienza del sonno durante la notte al museo è stata ridotta rispetto a quella dei giorni precedenti e dei giorni successivi. Nonostante ciò la maggior parte dei partecipanti ha dichiarato di essersi svegliata riposata e di buon umore e che l’aver passato una notte in un museo è stato vissuto dalla totalità dei partecipanti come un’esperienza piacevole, stimolante e, per alcuni, sorprendente. Il risultato quantitativo più significativo rispetto all’attività onirica è dato dal fatto che nove individui sui venti partecipanti, ovvero poco meno della metà, hanno ricordato di aver sognato di più nella notte al museo piuttosto che nella vita di tutti i giorni. Infatti solo un partecipante non ricordava di aver sognato al risveglio. Ciò può essere spiegato dalla maggiore frammentazione del sonno nelle ultime ore della notte a causa della novità dell’evento. Il contenuto dei sogni ricordati è stato variabile ma prevalentemente ha avuto una valenza positiva ed è stato condizionato dall’evento. La maggior parte dei partecipanti all’esperimento ha infatti intrecciato nei sogni elementi della propria vita a ciò che stava vivendo. Contrariamente a quanto ci si potesse aspettare gli aspetti che sembrano aver condizionato i sogni sono stati legati non tanto alle opere esposte quanto piuttosto alla novità dell’evento, al gioco esplorativo condiviso con il gruppo e alla bellezza del luogo. Nei contenuti dei sogni gli spazi del MAXXI sono stati rintracciati come luoghi ampi da scoprire, che davano un senso di leggerezza e allo stesso tempo protettivi. Un altro elemento che sembra aver influito nei contenuti dei sogni, così come nell’umore dei partecipanti, è stato l’aspetto della condivisione gruppale. Conclusioni L’ipotesi iniziale dell’esperimento Dream Over è stata in parte confermata. La notte al MAXXI per i venti partecipanti ha prodotto evidenti cambiamenti della capacità di ricordare i sogni e dei loro contenuti. Vivere un’esperienza fuori dal comune ed essere decontestualizzati rispetto alle proprie vite ha migliorato la percezione della qualità del sonno e influito sui sogni. L’esperienza estetica vissuta in gruppo ha influito positivamente sull’attività onirica. E’ difficile trarre conclusioni da un esperimento naturalistico come questo ma i risultati raccolti certamente ci suggeriscono che anche i sogni hanno bisogno della bellezza e di cambiare aria e andare in vacanza. E se quest’aria nuova è quella del MAXXI gli effetti sembrano garantiti. Un esperimento riuscito e forse anche un tributo alla memoria di Zaha Hadid, l’architetto visionario che a Macao stava completando la sua ultima opera: la città dei sogni. Cristina Alberini, Professoressa presso Center for Neural Science, New York University Benedetto Farina, Professore Associato in Psicologia Clinica presso l’Università Europea di Roma Luigi Ferini Strambi, Professore di Neurologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele e Direttore del “Centro per i Disturbi del Sonno” dell’Istituto Scientifico Ospedale San Raffaele di Milano

Le interviste

Prof.ssa Cristina Alberini

Prof. Benedetto Farina

Prof. Luigi Ferini Strambi

Foto

Convegno in onore della ricerca scientifica 2015

Premio Atena Donna Francesca Pasinelli

Il continuo allenamento è il segreto per mantenere giovane e in salute il nostro cervello. Come la ginnastica fortifica i muscoli, così l’attività mentale rafforza il cervello. E allora ben vengano meditazione, lettura, utilizzo delle nuove tecnologie, oltre all’attività fisica e a un’alimentazione equilibrata e leggera. I consigli arrivano da Giulio Maira, professore di Neurochirurgia presso l’Humanitas di Milano e il Campus Biomedico di Roma e presidente della Fondazione Atena onlus, che per il 10 giugno ha organizzato a Roma un convegno sull’argomento (sala della Protomoteca del Campidoglio, ore 17.30), con madrina d’eccezione Milly Carlucci. “I meccanismi della memoria. Quali sono, perché si deteriorano, come possiamo preservarli”, questo il titolo, farà luce sui modi per ottenere il massimo dal nostro cervello aumentandone le prestazioni: avere più memoria, riuscire a concentrarsi di più, sfruttare a fondo la creatività, imparare a usare meglio il ragionamento, rafforzare la logica, ma anche per contrastare efficacemente l’invecchiamento cerebrale. Già dai 30 anni il cervello inizia a perdere un certo numero di neuroni ogni giorno, così è normale che con il passare degli anni e arrivati all’età della pensione la memoria perda qualche colpo. «Studi scientifici disponibili indicano che il miglior antidoto per contrastare efficacemente l’invecchiamento cerebrale sia quello di usare costantemente il “muscolo-cervello”, perché l’inattività lo indebolisce», spiega Maira, che sottolinea anche l’importanza del movimento e dell’alimentazione. «Specialmente per le persone non più giovani, una buona memoria si conserva anche riducendo il rischio di arteriosclerosi, limitando il consumo di grassi, soprattutto di origine animale, mangiando frutta e verdura, cereali e legumi. Risulta importante inoltre restare in contatto con le altre persone, l’interazione con gli altri è stimolante e protettiva. Da evitare invece lo stress». Il convegno sarà l’occasione per premiare alcune personalità scientifiche che si sono distinte nell’ambito della ricerca.

Fondazione Atena Onlus – I meccanismi della Memoria from SappeTimes.it on Vimeo. Fondazione Atena Onlus Convegno in Onore della ricerca scentifica. “I meccanismi della memoria” Mercoledì 10 giugno 2015 Roma, sala della Promoteca – Campidoglio

 Comunicato Stampa

Prof. Guido Guglielmi – Discorso per premiazione Atena